subregione Alto Garda e Ledro

subregione
Alto Garda e Ledro
Regione:
Trentino Alto Adige
Capoluogo:
Riva del Garda
n°comuni:
7
perimetro:
125 km
superficie:
355 km2
superf. calcolata:
353,33 km2
abitanti (istat 2023):
51.247

Alla subregione appartengono i comuni

Arco - Drena - Dro - Ledro - Nago-Torbole - Riva Del Garda - Tenno

mappa subregione ALTO GARDA E LEDRO e dei singoli Comuni   

La Comunità Alto Garda e Ledro è una comunità di valle della Provincia autonoma di Trento.

Comprende la zona trentina dei territori gardesani e la vicina Valle di Ledro. Tra i comuni della comunità sono compresi anche Arco e Riva del Garda che, per grandezza, risultano essere rispettivamente il quarto e quinto centro abitato della Provincia.

Il territorio della comunità Alto Garda e Ledro confina ad ovest e a nord con la Comunità delle Giudicarie, a est con la Comunità della Valle dei Laghi e la Comunità della Vallagarina, a sud con le province di Brescia e Verona.

Sono comprese nella comunità due vallate: il Basso Sarca, occupato appunto dal tratto finale del fiume Sarca, il territorio con la più bassa altitudine del Trentino (circa 70 m s.l.m. in corrispondenza del lago) e la Val di Ledro, che sorge ad un'altitudine maggiore (dai 600 metri in su). Notevoli le presenze carsiche dovute allo scioglimento del ghiacciaio circa 20.000 anni fa. Sul monte Calod, presso Arco, si scorgono i libri di roccia, cioè superfici carsiche solcate da infinite scanalature.

La zona gardesana gode di un microclima semi-mediterraneo, essendo protetta dai monti alle proprie spalle, avendo un'altitudine piuttosto bassa e potendo contare sul lago per la regolazione degli sbalzi di temperatura. Anche la zona ledrense gode in parte di questo clima, nonostante l'altitudine elevata e le precipitazioni più copiose, grazie alla presenza del Lago di Ledro.

La zona è piuttosto ventilata a causa dell'Ora del Garda, uno dei nove venti locali, le altre otto refole del Garda sono: Pelèr, Ponàl, Balinòt, Ander, Vinosa, Gardesana, Visentina e la Fasanella.

Nella zona non esistono particolari minoranze linguistiche; il dialetto locale è quello trentino, seppure con non marginali influenze bresciane e venete.

L‘uomo era presente nella regione dell'Alto Garda e Ledro fin dal paleolitico medio ed inferiore. I primi insediamenti cominciano a svilupparsi nel IV millennio a.C., quando si diffonde il lavoro nei campi e l‘allevamento del bestiame. Nell‘età del bronzo l‘uomo primitivo dell‘Alto Lago va a vivere nelle palafitte, abitazione che resta diffusa per ben sei secoli.

Con l‘andare dei secoli la navigabilità sul Benaco (oggi Garda) favoriva i commerci e costituiva un‘attrattiva anche per popoli alla ricerca di migliori destini.

Terminata l‘era preistorica, l‘area diventa luogo di scambio tra Celti e Romani (intorno al 225 a.C.), che iniziano il processo di romanizzazione, testimoniato da aree sepolcrali, lapidi, muri di fondazione e dal fatto che il territorio compreso tra Riva e Arco, risponde ai criteri dell'urbe greco-romana costituita da un cardo e tanti decumani intrecciati a croce.

Conclusasi dopo cinque secoli la dominazione romana, l‘Alto Lago fu in balìa di invasioni e scorribande da nord.

Dal 568 la riviera benacense e la pianura del Sarca sono dominio dei Longobardi e successivamente di duchi e conti che si contendono i domini del regno carolingio. Si vengono così consolidando Autorità locali che ricevono dall‘imperatore prerogative di governo e l‘usufrutto di vaste aree del territorio per meglio garantire i confini dello stato, il controllo dei possedimenti, delle strutture militari, delle strade, dei valichi.

Nell‘XI secolo, Enrico II, imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia dal 1002 al 1024, affida il potere temporale al vescovo di Trento; il feudo vescovile si solidificherà poi in Principato, alle dirette dipendenze dell‘Imperatore del Sacro Romano Impero. Da questo potere prese forma il Principato Vescovile di Trento.

Nell‘Alto Garda prendono forma i due centri, Riva e Arco, che con Nago e Tenno costituiranno la base di un sistema di controllo e difesa per l‘intero territorio. Riva, per la sua crescita mercantile e l‘importanza del porto si guadagna una sua autonomia. Del resto, già alla fine del XII secolo si era confermata come il maggior porto benacense e la principale piazza di deposito tra Italia e Germania.

Durante l'amministrazione austriaca, l'Alto Garda e il Basso Sarca divennero un importante centro terapeutico; ad Arco, tuttora, c'è un santuario dedicato alla Madonna delle Grazie dove in Quaresima i rampolli dell'aristocrazia asburgica venivano a farsi curare dalla tisi.