subregione Comasco

subregione
Comasco
Regione:
Lombardia
Capoluogo:
Como
n°comuni:
107
perimetro:
317 km
superficie:
1.067 km2
superf. calcolata:
1.093,90 km2
abitanti (istat 2023):
373.561

le subregioni della regione Lombardia :

Altomilanese - Bergamasca - Bresciano - Brianza - Comasco - Cremasco - Cremonese - Grande Milano - Lecchese - Lodigiano - Lomellina - Mantovano - Oltrepò Pavese -

mappa subregione COMASCO e dei singoli Comuni   

Il territorio Comasco risulta compreso nell’attuale provincia di Como ed ha come capoluogo è la città di Como. Confina a nord e a ovest con la Svizzera (Canton Ticino e Canton Grigioni), a est con la provincia di Sondrio e la provincia di Lecco, a sud con la provincia di Monza e della Brianza e a ovest con la provincia di Varese.

È compresa all'interno della regione storica insubre, cioè il territorio abitato in antichità dagli Insubri, popolazione che si stanziò in epoca protostorica nella regione compresa fra il Po e i laghi prealpini.

Ha un'exclave in territorio svizzero, rappresentata dal comune di Campione d'Italia, isola amministrativa sul Lago di Lugano.

Il territorio provinciale anticamente era più vasto e comprendeva fino al 1927 anche la parte settentrionale della provincia di Varese (istituita nel 1927) e la quasi totalità della provincia di Lecco (istituita nel 1992).

Il territorio è costituito da una sezione alpina (Val Menaggio e altre minori, confluenti da ovest nel Lago di Como, bacino nord-orientale del Lago di Lugano), da una sezione delle Prealpi Lombarde, inclusa fra i due rami meridionali del Lago di Como e comprendente anche i laghi di Montorfano, Alserio e Pusiano; infine, dalla porzione nord-occidentale della Brianza, con cui transita nell’alta pianura. La struttura insediativa è gerarchizzata dal sistema vallivo, con i centri maggiori (Cantù ed Erba, oltre al capoluogo) ubicati al margine della pianura e gli altri (fra cui Gravedona, Menaggio, Porlezza) allo sbocco dei corsi d’acqua nei due laghi principali.

L’economia della zona si basa quasi esclusivamente sull’industria, in quanto le già scarse possibilità agricole sembrano del tutto compromesse dall’esodo rurale. Una certa importanza ha l’allevamento bovino, esercitato in moderni e razionali impianti. Nel complesso, l’apparato economico presenta segni di invecchiamento delle strutture, in particolare nei comparti della trasformazione industriale, anche se non mancano significative forme di riconversione e riqualificazione dei processi produttivi e delle funzioni di servizio.

La città di Como rimane comunque nettamente al di sopra della media nazionale per quel che riguarda il reddito pro capite e si colloca ai primi posti fra le province italiane a maggior prodotto industriale, pur in presenza di forti ondate di crisi occupazionale che hanno colpito soprattutto i comparti produttivi di stampo tradizionale. Fra i più vecchi settori di specializzazione, quello tessile, per fare fronte alla crescente concorrenza dei paesi in cui il costo del lavoro è più basso, ha avviato processi di riassetto basati su una forte selezione e riconversione della forza lavoro, sullo sviluppo dell’innovazione e su forme crescenti di internazionalizzazione produttiva e commerciale. Tali processi hanno richiesto nuove strategie relazionali, nel quadro dell’affermazione di nuovi mercati di approvvigionamento di materie prime (ad esempio, gran parte della seta greggia utilizzata nel Comasco proviene dalla Cina), e hanno comportato il trasferimento di imprese all’estero, l’acquisizione di società straniere e, in particolare, il riassetto delle funzioni commerciali su scala internazionale. Per quanto riguarda l'artigianato è diffusa e pregiata la lavorazione dell'argento, finalizzata alla produzione di oggetti in stile tradizionale e quella del ferro battuto applicata agli edifici pubblici).

Il movimento turistico è favorito dalle bellezze naturali, dal clima mite e dall’efficienza delle attrezzature: centri principali sono Bellagio, Menaggio e Cernobbio.

Il territorio Comasco può essere diviso in aree geografiche omogenee dal punto di vista climatico, morfologico e demografico. Non sono riconosciute istituzionalmente. ma sono già utilizzate dall'amministrazione provinciale per suddividere la struttura ricettiva turistica e per un piano di collaborazione intercomunale tra le varie municipalità.

Partendo da nord e scendendo verso sud, abbiamo:

-       Alto Lario Occidentale (Cremia, Sorico)

Con Lario Occidentale s’intende una zona che costeggia tutta la sponda ovest del lago di Como comprendendo le Prealpi Comasche a sud e le Alpi dell’Adula a nord; si tratta di un’area molto vasta in cui si possono trovare montagne e paesaggi molto diversi fra loro.

Se ci si sposta idealmente da sud a nord si passa da un ambiente tipicamente prealpino con ampie aree boscose che lentamente lasciano il posto alle cime brulle del medio e alto Lario, per poi arrivare alla severità degli ambienti alpini a nord, in quell’ultimo anfiteatro di cime che lasciano il posto alla Val Chiavenna.

La parte nord del lago è meno incassata fra le montagne anche se queste creano una superba corona a tutto il Lario (le montagne si allargano ad anfiteatro dando all’Altolago un ampio respiro che sconfina fino in Valtellina e Valchiavenna). Prima d’innalzarsi verso le alte cime, i pendii dei monti lasciano una striscia pianeggiante a bordo acqua che crea spiaggette tranquille e verdi prati. Il vento, che spesso spira fra questi monti, favorisce gli sport acquatici e soprattutto la vela e il surf. Dove il lago finisce, un fiume appare: il Mera, insieme ad un monte - il Berlinghera - s’incontrano e creano un paesaggio di straordinaria bellezza ai margini del pian di Spagna, che segna il confine con la Valtellina e la Val Chiavenna. I Romani non potevano che far passare da qui la loro Via Regia, decretando l’importanza strategica del posto per i collegamenti fra il nord e il sud delle Alpi.

Piccole frazioni costituiscono i comuni di Cremia e di Pianello, poi, passato Musso sovrastato dall’impo - nente Sasso, appare Dongo con alle spalle, nelle pieghe dei monti, gli abitati di Garzeno e Stazzona. Adagiata in un’ampia insenatura fra lago e monti invece troviamo Gravedona ed Uniti. A mezza costa occhieggiano ridenti Peglio, Dosso e Livo con i loro svettanti campanili. Segue Domaso che si specchia nel lago dal suo tranquillo porticciolo e, infine, Gera e Sorico con i centri storici semplici e caratteristici, tutti in pietra e con qualche bel dipinto che orna le case, ma quasi intimoriti dall’imponente mole del Monte Legnone, che erge di fronte in tutta la sua spettacolare grandezza. Qui le acque del lago si confondono con quelle del fiume Mera, lungo le cui rive s’adagiano Dascio e Albonico. Dominano dall’alto gli abitati di Vercana, Trezzone Montemezzo e Bugiallo (frazione di Sorico) da cui si gode una vista di straordinaria bellezza

-       Alpi Lepontine Meridionali (territorio montano dell’Alto Lario Occidentale)

Il territorio era costituito dalla Val Menaggio e dalla Val Cavargna, dai comuni che si affacciano sulla parte comasca del Lago di Lugano e dai comuni sulla sponda occidentale del Lago di Como, da Griante a San Siro.

Il territorio montano dell’Alto Lario occidentale si estende da nord a sud per una trentina di chilometri, delimitato ad ovest dal confine con la Svizzera, a sud dalla Val Menaggio, ad est dal Lago di Como e a nord dal corso del fiume Mera, che separa i contrafforti delle Lepontine dal Pian di Spagna, una vasta piana alluvionale tutelata quale Riserva Naturale. L’Alto Lario presenta una notevole compattezza strutturale, riconducibile a tre tipologie di paesaggio immediatamente percepibili: la riviera lariana, la fascia di media montagna, estesa sino al limite superiore della vegetazione forestale, e l’alta montagna, con le praterie alpine e le vette.

-       Lario Intelvese

Il capoluogo è il centro di San Fedele Intelvi (ex comune, oggi confluito nel nuovo Centro Valle Intelvi).

Il territorio è costituito dalla Val d'Intelvi e dai comuni circostanti che si affacciano sulla sponda occidentale del Lago di Como, da Cernobbio a Tremezzina.

La val d'Intelvi, o valle Intelvi, è una zona vallivola montuosa situata in provincia di Como, in prossimità del confine con la Svizzera.

La valle è formata da due rami principali: uno meridionale, percorso dal fiume Telo che sbocca nel lago di Como ad Argegno, e uno settentrionale, percorso dal Telo di Osteno che sbocca nel lago di Lugano proprio nel centro di Osteno; i due rami sono separati dalla Sella di San Fedele. Un terzo ramo é rappresento dall'alta Val Mara, che forma un altopiano dove sorge Lanzo d'Intelvi. La valle ha quindi una forma di "Y" rovesciata, dove i vertici bassi sono i due sbocchi sui relativi laghi e il vertice superiore è invece posto alla maggiore altitudine, il Monte Generoso (1704 metri), nel comune di Alta Valle Intelvi, al confine con la Svizzera.

E’ il territorio della Comunità Montana Lario Intelvese, che si estende da Cernobbio al centro di Mezzegra, dall’Italia alla Svizzera, dal Lario al Ceresio, ed è articolato in tre grandi zone: Valle Intelvi, Tremezzina e Basso Lario. Un’area assai eterogenea ed interessante, ricca di emergenze ambientali e culturali, su cui si concentra l’azione dell’Ente, istituito nel 1971 con l’intento specifico di favorire la tutela e lo sviluppo del territorio montano, nell’ottica della crescita economica, della conservazione e promozione del patrimonio ambientale e culturale.

La Comunità Montana ha un ruolo di coordinamento per razionalizzare servizi di valenza sovracomunale, in modo da ottenere livelli omogenei di servizi in tutti i comuni del territorio, applicando principi di sussidiarietà e solidarietà. Punti particolarmente qualificanti del programma della Comunità Montana Lario Intelvese sono le molte azioni atte a favorire la riscoperta dei valori ambientali, culturali ed umani così particolari di questo territorio, tra l’altro culla dei “Magistri Comacini” (costruttori, muratori, stuccatori ed artisti, raggruppati in una corporazione di imprese edili itineranti, composte da professionisti specializzati, attive fin dal VII-VIII secolo nella zona tra il Comasco, il Canton Ticino e in generale la Lombardia), in modo che questi possano diventare proposta turistica di qualità e costituire un valido motore di sviluppo sociale ed economico sostenibile e duraturo.

-       Triangolo Lariano

Si estende come una penisola incuneata tra i due rami del Lario, limitata, quasi, dalle loro acque e chiusa, alla base, dai laghi briantei di Alserio e di Eupilio/Pusiano.

Il Triangolo Lariano o Penisola Lariana è la parte di terra compresa fra i due rami del Lago di Como, detto anche "Lario", da cui il nome del triangolo. Costituisce quindi una penisola. Occupato da rilievi montuosi prealpini, che culminano col Monte San Primo (1.686 metri), è tagliato in senso verticale dal solco della Valassina (o Vallassina), entro cui scorre il primo tratto del fiume Lambro. La Comunità montana del Triangolo Lariano è l'ente territoriale corrispondente, con esclusione dei comuni appartenenti alla provincia di Lecco.

È cinto a sud da sei laghi di piccole dimensioni: Montorfano, Alserio, Pusiano, Lago di Annone, Segrino e Garlate.

I suoi vertici ideali sono Como, Bellagio e Lecco. Per quanto riguarda i suoi lati, i primi due sono facilmente delimitati dalla sponda del Lario; mentre il lato meridionale è più difficile da chiarire, tuttavia si può fare riferimento alla strada che da Como porta a Lecco, costituita nel primo tratto dalla Statale Briantea e poi dal bivio di Tavernerio dalla Statale dei laghi di Pusiano e di Garlate. Oltre i centri urbani sopracitati, fra i comuni più importanti vi sono Erba, Ponte Lambro, Canzo (questi ultimi 3 comuni appartengono alla subregione Brianza) e Asso (con i vicini comuni di Sormano, Caglio e Rezzago). Dopo Asso si arriva a Lasnigo, proseguendo poi fino a Magreglio e Civenna. Distinti sono i comuni lacuali e perilacuali: Blevio, Torno, Faggeto Lario, Pognana Lario, Nesso, Lezzeno, Bellagio, Zelbio, Veleso e Valbrona in provincia di Como; Oliveto Lario, Valmadrera, Civate e Malgrate (quest’ultimo in provincia di Lecco). Nel suo territorio è compresa la Comunità Montana del Triangolo Lariano che ne costituisce la gran parte della superficie, in pratica quella appartenente alla Provincia di Como.

-       Zona di Como e dintorni

Como è la città capoluogo del territorio ed è situata al centro della cosiddetta “Lombardia dei laghi” ed è detta la "Capitale del Lario". La città sorge sull'estremità meridionale del ramo occidentale del lago di Como, in una piccola conca circondata da boscose colline moreniche. Nel giro di pochi chilometri si passa dall'alta montagna al lago, dalla vallata alpina selvaggia alla collina della Brianza industrializzata, dall'area urbana di Como ai villaggi di poche case, dall'oasi faunistica a nord alle piste da sci a sud.

Le prime notizie certe sulla località risalgono al 196 a.C., anno in cui i Romani la conquistarono, sottraendola ai Galli Orobi; nel 49 a.C., Como si elevò a Municipio. A causa della sua ubicazione strategica, prossima ai valichi alpini, Como subì frequenti invasioni da parte dei Barbari, penetrati in Italia alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente.

Durante l'alto medioevo Como subì l'invasione dei Goti ed inseguito quella dei Longobardi, e durante il periodo comunale, Como fu al centro di una contesa tra le famiglie rivali dei Rusconi e dei Vitani.

In seguito alla Guerra decennale tra Como e Milano, svoltasi tra 1118 ed il 1127, il 27 agosto 1127 Como venne quasi distrutta completamente dai milanesi. Verso la metà del 1300, Como passò in mano ai Visconti, attraverso i quali ritrova il suo grande splendore. Nel 1520 Como fu assediata e conquistata dal popolo spagnolo che purtroppo la portò al decadimento delle attività economiche. A ciò, susseguì la dominazione Austriaca, caratterizzata da un governo conservatore ma illuminato, infatti risollevò in pochi decenni la regione dallo stato di torpore e di regresso, sia a livello economico che culturale. La II guerra d'Indipendenza, nel 1859, vide Garibaldi vincere la battaglia di San Fermo ed entrare trionfante Como liberata. Dopo secoli di dominazione straniera, Como faceva finalmente parte del Nuovo Regno d'Italia.

-       Bassa Comasca - Olgiatese e Seprio (parte sud-occidentale provincia Como)

Con il termine Bassa Comasca ci si riferisce alla porzione sud-occidentale della provincia di Como, che comprende i comuni situati immediatamente a Sudovest della cintura urbana della città di Como. Il territorio è delimitato dai confini amministrativi con le provincie di Varese e Monza-Brianza rispettivamente a Ovest e a Sud, a Nord dal Confine di Stato Italo-Svizzero, mentre ad Est il confine è idealmente costituito dal fiume Seveso, che separa questo territorio dalla Brianza Comasca. La Bassa Comasca viene spesso considerata a sua volta divisa in una zona nord-occidentale, l'Olgiatese e in una sud-orientale, la Brughiera Comasca.

Il profilo caratteristico del territorio è quella di un'area con un elevato numero di piccoli centri urbani intercalati da aree agricole. L'orografia è essenzialmente quella di un ambiente pedemontato per lo più pianeggiante, fatta eccezione dei rilievi morenici a ridosso delle Prealpi e di quelli contigui alla Brianza con altitudine media compresa tra i 350-450 m. Per quanto riguarda i corpi idrici, non sono presenti laghi di significative dimensioni e i due corsi d'acqua maggiori, Lura e Seveso, sono comunque di modesta rilevanza. Il territorio è in media meno urbanizzato rispetto ad altre aree dell'alta Lombardia, ma l'impatto delle attività umane appare comunque significativo.

Seppur il territorio risulti fortemente antropizzato, nella Bassa Comasca troviamo aree di un discreto interesse naturalistico. Il Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate al confine con la provincia di Varese. Il Parco Lura a e il Parco Sorgenti del Lura nella porzione centrale del territorio. All'estremo orientale è presente l'area verde della Valle dei Mulini del Seveso, ripartita tra i comuni di Fino Mornasco e Vertemate con Minoprio. Quest'area, sebbene non ancora sottoposta a particolare tutela, presenta luoghi di interesse storico-artistico e ambientale come la romanica Abbazia di San Giovanni di Vertemate, la Villa Raimondi di Minoprio con le annesse tenute, e la Cascina Pazzea di Fino Mornasco legata a vicende garibaldine.